Fu a quel punto che intravide i grandi alberi che segnavano il confine occidentale della tenuta. Si ergevano imponenti, i rami spogli interamente ricoperti di brina a disegnare nel cielo intricate trame di pizzo. Ai bordi della staccionata stazionavano alcuni cavalli che si confondevano nella nebbia. Poco più in là, un grande cancello di ferro battuto posto tra due pilastri in pietra segnalava l’ingresso alla villa. La proprietà si estendeva per tutta la collina e attraversava la valle fino a lambire le prime case del borgo sul versante opposto.
Ignorava il motivo della chiamata e quello che si sarebbero detti una volta che si fossero trovati l’uno di fronte all’altro, dopo anni di silenzio, ma quando si trovò davanti al sentiero che conduceva alla villa fu come se tutti quegli anni di ostinato e volontario esilio da quei luoghi non fossero mai trascorsi.