Mentre l’auto avanzava lenta in quel paesaggio spettrale, sentì che il suo controllo razionale si andava via via allentando. Probabilmente c’era qualcosa di ipnotico nello scorrere del nastro nero dell’asfalto davanti a sé, nel rumore sordo dello srotolarsi degli pneumatici, nella ritualità del viaggio, che lo predisponevano a una posizione di ascolto e di estrema ricezione.
L’alta umidità legata alle fredde temperature del mattino aveva ricoperto gli alberi e la terra di cristalli di bianca galaverna, dando l’impressione che tutto intorno fosse nevicato. Ma era solo gelo.
Lasciò che le immagini e i ricordi lontani riaffiorassero dai meandri più nascosti della propria memoria e lo avvolgessero, che le emozioni lo invadessero lentamente e prendessero il sopravvento sulla sua parte cosciente. Non oppose alcuna resistenza quando il mondo esterno sembrò sfumare e scomparire in un’indefinita nebulosa bianca mentre una piacevole sensazione di tepore pervadeva il suo corpo, come se galleggiasse in una vasca piena di acqua calda.